Illustrazione

Di fronte ad una raffigurazione del David di Michelangelo modificata per assomigliare ad un tronista televisivo, la Galleria dell’Accademia aveva intentato e vinto una causa contro l’autore, per aver svilito, offuscato, mortificato, umiliato l’alto valore simbolico ed identitario dell’opera d’arte.
Il David di Michelangelo è un “monumento” (parola che deriva dal latino monere = “ammonire, ricordare”) perché ci ricorda la grandezza del nostro passato, ed è testimone di un tempo altro, diverso dal presente. Ci ammonisce che il nostro presente non è assoluto, è solo uno dei tanti presenti.
Ecco che attualizzare il David, appiattirlo sul presente, significa cancellare la sua forza di liberazione con cui apre i nostri occhi a una dimensione “altra”.

Come può allora un disegno essere liberatorio? Ad esempio attraverso la satira, che – come è scritto su un busto di Arlecchino – Castigat ridendo mores, letteralmente: "corregge i costumi ridendo". Anche un disegno dunque, spargendo ironia e ridicolo sui vizi e i difetti umani, dà un apporto importante al cambiamento.

L’immaginazione è il repertorio del potenziale, dell'ipotetico, di ciò che non è né è stato né forse sarà ma che avrebbe potuto essere.

Italo Calvino