Identità visive

Una sigaretta è una sigaretta, e solo il design le assegna un’identità.
Le Marlboro erano nate negli anni ’30 come sigarette col filtro, per le donne, con una fascia rossa per nascondere le macchie di rossetto. Quando negli anni ’50 l’opinione pubblica cominciò a sensibilizzarsi sui pericoli del fumo le donne smisero di fumare e gli uomini passarono alle sigarette con filtro. La Philip Morris investì allora capitali ingenti per riposizionare la Marlboro come sigaretta da uomo, inventando il mito degli uomini rudi e dei cowboy in controluce.
Identità significa essere riconoscibili, e questa identità ha bisogno del design per prendere forma. A ciascuna identità il design conferisce uno stile, un logo, un colore, un’immagine coordinata, delle narrazioni, delle mitologie e dei sistemi di funzionamento. E il pubblico potrà scegliere a quale identità visiva appartenere, a quale tribù.

Ci sono 3 reazioni a un lavoro di design: Si, No e WOW! Wow è quello a cui mirare

Milton Glaser